Diverse persone mi hanno contattato per chiedermi di
aiutarle a capire l'intervista sulle
strane presenze - terza parte. Persone non sarde e quindi con
difficoltà a capire il significato di tutto quel bel racconto. Nonostante il blog presenti una parte dedicata alle traduzioni -translate- non c'è nessuna indicazione per la lingua sarda........... Mia
nipote Sonia mi ha dato una mano e ha provveduto magnificamente. Ecco quindi il testo e buona lettura ..... vi auguro
tanti..........brividiiiiiiiiiii!!!!!
Franco:
quando hai visto l'omino rosso?
Ida:
quando l'ho visto?
Franco:
si
Ida:
una volta, mamma era malata, veniva una signora per aiutarci e ci
dava da mangiare, io avevo fame e così anche i miei fratelli..
Quella mattina all'alba si alzò mio fratello dicendo di avere fame,
e mia mamma gli disse di andare a prendersi un po' di pane, e lui
andò in cucina; anche mia sorella, la più grande, a quel punto
disse di avere fame anche lei andò in cucina per prendere un pezzo
di pane.. io sentendo i miei fratelli, dato che non avevamo mangiato
la sera prima, dissi che avevo fame anche io, ma ero piccolina e non
ero in grado di prendermelo da sola, loro non me lo diedero, così io
mi misi a piangere e agitandomi caddi dalla scala, quando, rotolando,
arrivai alla fine della scala, dietro la macina del grano vidi un
bambino, tutto rosso, vestito tutto di rosso, e mi venne addosso, io
non volevo che mi toccasse.. mi spinsi contro il muro e gli dissi
“vattene, vattene che qui non ci fai niente” ma lui non se ne
andava. Sentendomi urlare e parlare con l'omino rosso, venne di sotto
anche mamma, e arrivata di corsa mi prese in braccio per portarmi
via, però prima di andare su, lei si girò verso di lui e gli disse
qualcosa.. Quindi lo vide anche lei.. Mi portò via mi diede da
mangiare, poi tornò a letto. Però, questo omino rosso, lo vedemmo
anche altre volte. Una volta venne a casa un uomo, un'ambulante che
portava dei bigliettini diceva che portavano fortuna ai bambini,
aveva un pappagallo, e tutti noi chiedemmo a nostra mamma di comprare
uno di quei bigliettini, ma nostra mamma, poverina, non aveva soldi,
così gli diede un uovo e in cambio ricevette tre bigliettini, uno
per me, uno per mio fratello e uno per mia sorella. Vidi l'ometto
rosso, era li in giro, vide una bottiglia rotta e la portò dentro,
questo successe nella stalla dei buoi, subito dopo entrò mia mamma e
non vedendo la bottiglia rotta ci inciampò, si fece male ad una
gamba, mi mise a piangere e dissi “è stato quell'omino che l'ha
messa!” io a vedere tutto quel sangue mi spaventai .. fu quella la
prima volta che vidi l'omino rosso.. Poi però, lo vedevo ogni tanto,
si muoveva a ferro di cavallo, questo bambinetto non sapeva parlare,
ci provava ma diceva: “TTTTT” e non si capiva cosa volesse dire,
io non lo volevo vicino perché non mi piaceva, però ogni tanto
usciva, anche se non spesso...
Franco:
quanti anni avevi, ma?
Ida:
avevo 5 anni. Una volta dovevano battezzare mia sorellina, era appena
nata, mi mandarono a casa dei padrini per vedere se erano pronti, e
questo omino rosso era lì dalla macina del grano, che saltellava a
ferro di cavallo, mi seguì nel cortile, venne con me fino al fiume,
e io lo sgridavo “vai via che la sorellina che è arrivata non è
la tua, vattene via, io non ti voglio”, e quello se ne andava e poi
tornava, quella credo sia stata l'ultima volta che lo vidi.. Poi mia
mamma si ammalò, la bambina cresceva poco e alla fine andai a vivere
a casa di nonna e non lo vidi più. Quando sono cresciuta un po', mi
riportarono a casa, però non lo vidi più.
Franco:
ma lo vide anche zio Ninnucciu?
Ida:
si lo vide anche Ninnucciu, quando era piccolo, lo disse a mia mamma,
un giorno lei lo mandò a raccogliere le patate o qualcosa del
genere..
Franco:
e zia Maria?
Ida:
no, Maria no, mai. E così che Ninnucciu non tornava, e ricordo che
mia mamma diceva “Ninnucciu fai presto con le patate, devo
preparare il pranzo..” e Ninnucciu non arrivava, così andò lei e
gli chiese “perché non venivi” e lui “mamma ho visto un omino
rosso, l'ho visto nella stalla, mamma aveva dei soldi ! mi chiedeva
se ne volevo, se volevo quelli rossi o quelli bianchi e io non gli ho
risposto, pensavo me ne desse lo stesso, invece non mi ha dato nulla,
però l'ho lasciato andare” Lo videro anche mamma e un mio zio che
si chiamava Dario, io invece da quando tornai a vivere casa nostra
non lo vidi più. Avrei dovuto vederlo, ma non lo vidi.
Angelino:
io ci ho lavorato in quella casa, ma non ho mai visto niente.
Franco:
va benissimo, va benissimo. E rumori ne hai più sentito? Ida: si
rumori si, quando tornai a casa da babbo, lui era solo, la bambina
piccola dormiva nel letto grande con lui, e per me avevano messo una
brandina vicino al letto grande, per non lasciarmi da sola perché
avevo paura. La notte ogni tanto sentivo dei rumori, e babbo mi
diceva “saranno i topi”, io dicevo di no perché erano strani
rumori, era come se fossero sotto la branda, la graffiava e mi
svegliava, guardavo sotto il letto, ma non c'era niente, questo è
quello che succedeva.. i rumori ogni tanto si sentivano. Una volta,
mi ricordo, eravamo grandi, Maria era fidanzata, e il fidanzato
restava fino a mezzanotte, e io protestavo perché mi portavano a
zappare ed ero stanca, e le dicevo “andate a casa di nonna perché
non mi fate dormire, siete li a parlare, io invece domani devo andare
a zappare”. Una notte però, mi misi a dormire e anche Maria,
sentimmo un gran baccano, dissi, “cosa c'è in cucina? l'hai chiusa
la porta dietro casa? Non mi ricordo, bella cosa,” avevamo tanto
formaggio ed era tempo di guerra e avevamo paura che entrassero i
ladri e ci rubassero il formaggio, si spalancò la porta, ed entrò
il vento e un rumore, entrò uno come se avesse le scarpe chiodate.
Babbo sul comò aveva tutti i documenti dei pagamenti che doveva
fare, perché era intestatario anche dei terreni delle sorelle, e
doveva pagare tutto lui, poverino, quando questo entrò, le maniglie
del comò tintinnavano, seguendo il movimento delle tavole del
pavimento, buttò tutto per terra, tutti i documenti, io mi
spaventai, pensavo fosse gente vera, invece non lo era.. o era la mia
fantasia oppure non so, non ho capito cosa fosse.. mi vestii, andai
nell'altra stanza, e iniziai ad urlare “Babbo! Babbo! c'è gente!”,
“ma come c'è gente?” disse lui, “non avete chiuso la porta?”
“Non lo so! prendi i fiammiferi e accendi la candela” disse, io
non volevo accenderla perché avevo paura, era buio, e quell'uomo
cercava di prendermi brancolando nel buio, babbo si alzò dal letto e
io dovetti accenderla, quando l'accesi trovammo tutti i documenti per
terra, Maria coperta in faccia che tremava dalla paura, e non c'era
nessuno.. io non lo so.. I rumori si sentivano, una volta andai di
sotto, nel magazzino, sentii dei rumori come se avessero preso un
pezzo di legno e lo sbattessero contro il muro, ma non vidi nulla..
poi mi ci abituai, non ci feci più caso..
Franco:
ok, siamo a posto
Ida:
non so se si tratti di fantasie di bambini, ma..
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