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giovedì 13 marzo 2014

S.O.S. traduzione strane presenze - terza parte

 
 
 
 
 
Diverse persone mi hanno contattato per chiedermi di aiutarle a capire l'intervista sulle strane presenze - terza parte. Persone non sarde e quindi con difficoltà a capire il significato di tutto quel bel racconto. Nonostante il blog presenti una parte dedicata alle traduzioni -translate- non c'è nessuna indicazione per la lingua sarda........... Mia nipote Sonia mi ha dato una mano e  ha provveduto magnificamente. Ecco quindi il testo e buona lettura ..... vi auguro tanti..........brividiiiiiiiiiii!!!!!
Franco: quando hai visto l'omino rosso?
Ida: quando l'ho visto?
Franco: si
Ida: una volta, mamma era malata, veniva una signora per aiutarci e ci dava da mangiare, io avevo fame e così anche i miei fratelli.. Quella mattina all'alba si alzò mio fratello dicendo di avere fame, e mia mamma gli disse di andare a prendersi un po' di pane, e lui andò in cucina; anche mia sorella, la più grande, a quel punto disse di avere fame anche lei andò in cucina per prendere un pezzo di pane.. io sentendo i miei fratelli, dato che non avevamo mangiato la sera prima, dissi che avevo fame anche io, ma ero piccolina e non ero in grado di prendermelo da sola, loro non me lo diedero, così io mi misi a piangere e agitandomi caddi dalla scala, quando, rotolando, arrivai alla fine della scala, dietro la macina del grano vidi un bambino, tutto rosso, vestito tutto di rosso, e mi venne addosso, io non volevo che mi toccasse.. mi spinsi contro il muro e gli dissi “vattene, vattene che qui non ci fai niente” ma lui non se ne andava. Sentendomi urlare e parlare con l'omino rosso, venne di sotto anche mamma, e arrivata di corsa mi prese in braccio per portarmi via, però prima di andare su, lei si girò verso di lui e gli disse qualcosa.. Quindi lo vide anche lei.. Mi portò via mi diede da mangiare, poi tornò a letto. Però, questo omino rosso, lo vedemmo anche altre volte. Una volta venne a casa un uomo, un'ambulante che portava dei bigliettini diceva che portavano fortuna ai bambini, aveva un pappagallo, e tutti noi chiedemmo a nostra mamma di comprare uno di quei bigliettini, ma nostra mamma, poverina, non aveva soldi, così gli diede un uovo e in cambio ricevette tre bigliettini, uno per me, uno per mio fratello e uno per mia sorella. Vidi l'ometto rosso, era li in giro, vide una bottiglia rotta e la portò dentro, questo successe nella stalla dei buoi, subito dopo entrò mia mamma e non vedendo la bottiglia rotta ci inciampò, si fece male ad una gamba, mi mise a piangere e dissi “è stato quell'omino che l'ha messa!” io a vedere tutto quel sangue mi spaventai .. fu quella la prima volta che vidi l'omino rosso.. Poi però, lo vedevo ogni tanto, si muoveva a ferro di cavallo, questo bambinetto non sapeva parlare, ci provava ma diceva: “TTTTT” e non si capiva cosa volesse dire, io non lo volevo vicino perché non mi piaceva, però ogni tanto usciva, anche se non spesso...
Franco: quanti anni avevi, ma?
Ida: avevo 5 anni. Una volta dovevano battezzare mia sorellina, era appena nata, mi mandarono a casa dei padrini per vedere se erano pronti, e questo omino rosso era lì dalla macina del grano, che saltellava a ferro di cavallo, mi seguì nel cortile, venne con me fino al fiume, e io lo sgridavo “vai via che la sorellina che è arrivata non è la tua, vattene via, io non ti voglio”, e quello se ne andava e poi tornava, quella credo sia stata l'ultima volta che lo vidi.. Poi mia mamma si ammalò, la bambina cresceva poco e alla fine andai a vivere a casa di nonna e non lo vidi più. Quando sono cresciuta un po', mi riportarono a casa, però non lo vidi più.
Franco: ma lo vide anche zio Ninnucciu?
Ida: si lo vide anche Ninnucciu, quando era piccolo, lo disse a mia mamma, un giorno lei lo mandò a raccogliere le patate o qualcosa del genere..
Franco: e zia Maria?
Ida: no, Maria no, mai. E così che Ninnucciu non tornava, e ricordo che mia mamma diceva “Ninnucciu fai presto con le patate, devo preparare il pranzo..” e Ninnucciu non arrivava, così andò lei e gli chiese “perché non venivi” e lui “mamma ho visto un omino rosso, l'ho visto nella stalla, mamma aveva dei soldi ! mi chiedeva se ne volevo, se volevo quelli rossi o quelli bianchi e io non gli ho risposto, pensavo me ne desse lo stesso, invece non mi ha dato nulla, però l'ho lasciato andare” Lo videro anche mamma e un mio zio che si chiamava Dario, io invece da quando tornai a vivere casa nostra non lo vidi più. Avrei dovuto vederlo, ma non lo vidi.
Angelino: io ci ho lavorato in quella casa, ma non ho mai visto niente.
Franco: va benissimo, va benissimo. E rumori ne hai più sentito? Ida: si rumori si, quando tornai a casa da babbo, lui era solo, la bambina piccola dormiva nel letto grande con lui, e per me avevano messo una brandina vicino al letto grande, per non lasciarmi da sola perché avevo paura. La notte ogni tanto sentivo dei rumori, e babbo mi diceva “saranno i topi”, io dicevo di no perché erano strani rumori, era come se fossero sotto la branda, la graffiava e mi svegliava, guardavo sotto il letto, ma non c'era niente, questo è quello che succedeva.. i rumori ogni tanto si sentivano. Una volta, mi ricordo, eravamo grandi, Maria era fidanzata, e il fidanzato restava fino a mezzanotte, e io protestavo perché mi portavano a zappare ed ero stanca, e le dicevo “andate a casa di nonna perché non mi fate dormire, siete li a parlare, io invece domani devo andare a zappare”. Una notte però, mi misi a dormire e anche Maria, sentimmo un gran baccano, dissi, “cosa c'è in cucina? l'hai chiusa la porta dietro casa? Non mi ricordo, bella cosa,” avevamo tanto formaggio ed era tempo di guerra e avevamo paura che entrassero i ladri e ci rubassero il formaggio, si spalancò la porta, ed entrò il vento e un rumore, entrò uno come se avesse le scarpe chiodate. Babbo sul comò aveva tutti i documenti dei pagamenti che doveva fare, perché era intestatario anche dei terreni delle sorelle, e doveva pagare tutto lui, poverino, quando questo entrò, le maniglie del comò tintinnavano, seguendo il movimento delle tavole del pavimento, buttò tutto per terra, tutti i documenti, io mi spaventai, pensavo fosse gente vera, invece non lo era.. o era la mia fantasia oppure non so, non ho capito cosa fosse.. mi vestii, andai nell'altra stanza, e iniziai ad urlare “Babbo! Babbo! c'è gente!”, “ma come c'è gente?” disse lui, “non avete chiuso la porta?” “Non lo so! prendi i fiammiferi e accendi la candela” disse, io non volevo accenderla perché avevo paura, era buio, e quell'uomo cercava di prendermi brancolando nel buio, babbo si alzò dal letto e io dovetti accenderla, quando l'accesi trovammo tutti i documenti per terra, Maria coperta in faccia che tremava dalla paura, e non c'era nessuno.. io non lo so.. I rumori si sentivano, una volta andai di sotto, nel magazzino, sentii dei rumori come se avessero preso un pezzo di legno e lo sbattessero contro il muro, ma non vidi nulla.. poi mi ci abituai, non ci feci più caso..
Franco: ok, siamo a posto
Ida: non so se si tratti di fantasie di bambini, ma..
 

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