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martedì 27 maggio 2014

I luoghi del cuore: Funtana e orroli

 
 
Come tanti luoghi qui a Sadali, ce ne è uno che appartiene al cuore di mio padre Antonio. Ricorda la sua infanzia. Lì è nato e vissuto per tanti anni: Funtana e orroli, in prossimità della stazione ferroviaria di Esterzili. Lasciata la stazione si va lungo la strada ferrata in direzione di Sadali. Il silenzio ti avvolge, i colori e i profumi ti inebriano.

 
Tempo fa brulicava di vita, la campagna non era certamente abbandonata come ora. Sorgenti e orti facevano posto all'attuale boscaglia, frutteti adornavano le montagne.........ora tutto è cambiato. L'abbandono dei terreni ha permesso alla vegetazione spontanea di riprendersi quegli spazi che sempre le sono appartenuti. Territori vissuti da tante famiglie che lavoravano e vivevano lungo la ferrovia. Questa che segue è la foto di una cantoniera oramai in disuso ma così caratteristica che ancora conserva il suo fascino. Dal cuccuzzolo su cui è costruita si può ammirare un vasto paesaggio ricco di vegetazione........
 
Questa la scalinata in pietra per salirci su

 
Al suo fianco un bell'albero di pere che accarezza la facciata
 
 
Il forno per il pane e il sotto per ospitare le galline o la legna
 
 
Il sole ti accoglie e ti avvolge penetrando nel profondo della vita


 
Ma la particolarità del luogo è la presenza di centinaia di piante di fichi d'india. Belle e rigogliose, da sempre viventi in loco a memoria di mio padre che ora ha 82 anni.
 
 
Fornivano cibo in periodo in cui la pancia era sempre vuota e venivano consumate sia fresche che secche. Si proprio così! Si faceva la cosidetta "pilarda de figu morisca". Si sbucciavano e si mettevano ad asciugare sui muretti di pietra al sole. Solamente dopo l'essicazione si riportavano a casa per essere conservate per l'inverno. Certamente ci rimaneva ben poco da mangiare, ricche di semi ma avvolte da una membrana così dolce che si ridratava a contatto con la saliva della bocca. A detta di mio padre.........erano ottime!!!!
Sapori unici ormai anch'essi andati in disuso.
 

Ma almeno una volta all'anno mi reco laggiù per accompagnare babbo........e allora sono i ricordi a raccontare il luogo. I ricordi prendono posto ognuno come era prima, la sorgente era laggiu, l'orto era molto produttivo con una varietà di ortaggi, le piante da frutta erano tante e varie, frutti di ogni genere.
 
Gli occhi di mio padre si illuminano come il sole che avvolge il luogo. Ora ci rimane solamente che raccogliere le fichi d'india soppravvissute e carichi come muli non ci resta che ritornare a casa e trasformare parte di quei frutti in fantastiche marmellate con cui confezionare le crostate da offrire ai miei ospiti.
Ciao alla prossima!



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