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martedì 1 aprile 2014

Sardegna-Tradizioni dal passato: su nenniri


Molti antichi riti pagani sardi sono stati cristianizzati nel corso dei secoli. .
Vari sono i riti che si svolgono durante e precedentemente la Settimana Santa e la maggior parte hanno origini arcaiche e affondano le loro radici nel paganesimo.

Tra questi riti vi è su Nénniri. Quaranta giorni prima della Pasqua (il mercoledì delle ceneri) le donne prendono dei vasi colmi di terra, vi piantano del grano o dell’orzo, la bagnano con dell’acqua tiepida e li conservano al buio, solitamente si usava metterli sotto al letto. Alcune attorno al grano piantavano anche delle lenticchie o altri cereali.
I germogli crescono al buio e assumono il caratteristico colorito giallo-verde chiaro, meno luce prendono più le sottili lunghe foglie saranno chiare e il giallo tenderà quasi al bianco, splendente come il sole.
Questi vasetti vengono preparati per il Giovedì Santo durante il quale nelle chiese si celebra l’ultima cena e viene allestita una cappella nella quale viene esposto il Santissimo. La cappella viene abbellita con i Nénniris decorati con dei nastri colorati di seta o raso e accostati a viole del pensiero, da calle e meravigliosi ramoscelli di “pirastu”, pero selvatico, dai candidi fiori bianchi e dai rami spinosi.
Perché si porta su Nénniri in chiesa? Il  significato è legato alla passione, morte e resurrezione di Cristo: come il figlio di Dio ha sofferto ed è morto per poi rinascere in una nuova vita con la resurrezione, allo stesso modo i germogli di grano vengono alla vita e crescono nella sofferenza nel buio quasi totale, lenti e fragili per “rinascere” poi alla vita e uscendo alla luce si rafforzavano e rinvigorivano. Questo è il loro significato metaforico. Al termine delle celebrazioni le donne li riportano a casa e li piantavano nella terra perché di buon auspicio.
Questo è un omaggio delle donne sarde a Cristo che però non hanno mai voluto rinunciare alla ritualità pagana mascherandola di cristianesimo.

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